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Economia

Digitale: per l’Italia si apre un nuovo ciclo 

La trasformazione digitale si conferma una leva economica significativa, e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è e sarà sostanziale.
“La combinazione di più tecnologie digitali e una maggiore velocità dell’innovazione rispetto al passato sta disegnando un’industria completamente diversa, che vedrà filiere e Supply Chain sempre più connesse e circolari – commenta Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform -. Fondamentale è il ruolo abilitante dei Digital Enabler nel trasformare produzione e processi, creare nuovi modelli di business, sfide competitive, come pure nuovi mercati. Non a caso stiamo assistendo a dinamiche a doppia cifra nella crescita di Digital Enabler e Transformer: dal Cloud Computing alle piattaforme di Cybersecurity alle soluzioni di Big Data management”.

Un mercato da 77,1 miliardi di euro

Secondo i dati della pubblicazione annuale sull’andamento del digitale in Italia, condotta in collaborazione con NetConsulting cube, nel 2022 il mercato digitale consolida una crescita del 2,4%, con un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro. L’aumento più rilevante riguarda i Servizi ICT (+8,5%, 14,8 miliardi), sostenuto principalmente dai servizi di Cloud Computing e Cybersecurity. Andamenti particolarmente positivi anche nel segmento Contenuti e Pubblicità Digitali (+6,3%, 14,5 miliardi) e in quello del Software e Soluzioni ICT (+6,2%, 8,6 miliardi). Il mercato relativo a Dispositivi e Sistemi invece subisce un calo dell’1%, e prosegue il trend negativo dei Servizi di Rete TLC (-2,7%).

Digital Enabler e Transformer trainano la crescita futura

Se il progresso del mercato digitale è in parte frenato dalle componenti tecnologiche più mature, sarà invece trainato dai prodotti e servizi più innovativi, ovvero Digital Enabler e Transformer, il cui incremento medio annuo nel periodo 2022-2026 dovrebbe attestarsi sul 12,8%.
“Se la tendenza positiva del mercato digitale è chiara – prosegue Marco Gay – permangono tuttavia criticità, prima fra tutte la carenza di competenze digitali e l’eterogeneità nella diffusione delle tecnologie tra classi dimensionali di impresa e tra territori”.
Nel 2022 l’incremento degli investimenti nel digitale per le piccole imprese è del 2,5%, del 4,1% per le medie e del 5,9% per le grandi, a conferma della correlazione tra dimensioni aziendali e spesa digitale. 

PNRR e contesto economico due fattori significativi 

L’utilizzo delle risorse stanziate dal PNRR, insieme al contesto economico internazionale, rappresentano due fattori significativi che influenzeranno l’immediato futuro del mercato digitale.
Le stime relative ai tre anni successivi (2024-2025-2026) sono orientate a una crescita ancora più sostenuta, e si basano sull’ipotesi di un minore impatto dell’inflazione e su un maggiore impiego delle risorse economiche messe a disposizione dal PNRR per la digitalizzazione.
Si prevede pertanto una crescita media annua del mercato digitale del 4,5% nel periodo 2022-2026, fino a raggiungere quasi 92 miliardi di euro nel 2026.
“Un uso efficiente dei fondi messi a disposizione dal PNRR è il primo passo in questa direzione – aggiunge Gay – ma c’è bisogno di una politica industriale che promuova la competitività delle imprese, che aumenti la loro produttività e rafforzi la collaborazione all’interno della filiera”. 

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