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Mercato del lavoro nel Terziario: si accentua il gender gap 

Le donne che lavorano nel settore Terziario ricorrono più spesso al part time e hanno minori possibilità di avanzamento di carriera, restando ancora in netta minoranza nel middle management. Di fatto, la pandemia ha accentuato il divario retributivo tra i generi. Inoltre, la conoscenza delle tecnologie ha assunto un ruolo decisivo nel processo di vendita, e lo sviluppo di nuove competenze è diventata una necessità avvertita da tutti i quadri del settore, con il 66% delle aziende che ha reagito alle restrizioni puntando sull’e-commerce. Sono alcuni dati emersi dalla ricerca sull’evoluzione del mercato del lavoro nel settore terziario, commissionata da Quadrifor, l’Istituto per lo sviluppo della formazione dei quadri del Terziario, ed Ebinter, l’Ente bilaterale nazionale del Terziario.

Resta significativo il gender pay gap

Il campione esaminato dalla ricerca ha coinvolto 407.929 lavoratori dipendenti, 172.316 impiegati a tempo pieno, 225.870 impiegati a tempo parziale e 9.743 quadri. La retribuzione media di un impiegato a tempo pieno è di 1.300 euro, che scendono a 850 per gli impiegati part time. Di questi, quattro su sei sono donne. La distanza retributiva tra i due sessi appare ancora marcata, con significative differenze in base a titolo di studio, età, posizione geografica dell’azienda e settore di appartenenza. Tra coloro che hanno un contratto a tempo pieno e un titolo di studio elevato aumenta il divario tra la busta paga di uomini e donne, mentre non produce sostanziali differenze in caso di tempo parziale.

Retribuzioni: il divario maggiore si registra nel settore dei servizi

Le retribuzioni maschili del Terziario a tempo pieno sono più alte in tutto il Centro-Nord, per avvicinarsi solo in Abruzzo e Campania. Il divario maggiore si registra nel settore dei Servizi, e tra coloro che aderiscono ai Contratti collettivi nazionali di lavoro di Confcommercio e Federdistribuzione. Le donne che lavorano, part time, invece guadagnano più dei colleghi uomini. La differenziazione per genere è ancora più evidente tra i quadri. Per le donne la crescita retributiva si arresta, infatti, nell’intervallo tra i 35 e i 44 anni, per gli uomini raggiunge l’apice tra i 45 e i 54 anni.

Titolo di studio e retribuzione

Per le donne sembra esistere un rapporto diretto tra retribuzione e titolo di studio, con la prima che cresce tra quante sono in possesso di laurea o master. Per gli uomini, invece, non si riscontra un legame diretto tra i due elementi.
Varia anche la distribuzione geografica: le donne attive nel Terziario guadagnano più degli uomini in Val d’Aosta e Basilicata, molto meno nella Provincia autonoma di Bolzano. Inoltre, il divario tra generi è contenuto per i contratti inquadrati nel Ccnl di Confcommercio, più significativo per quello di Federdistribuzione.

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