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Economia

Nel 2026 cambio totale per operatività di un’azienda su quattro

Per un’azienda italiana su quattro il 2026 segnerà un cambio totale nell’operatività. Dopo il Covid le aziende italiane hanno già detto stop agli investimenti per lo smart working, e ora preferiscono puntare su innovazione e prodotto. La formazione poi è rivolta più a manager e dirigenti che non ai neo assunti. Sono queste le evidenze emerse dall’indagine condotta da Fòrema, ‘Strategie competitive e sviluppo delle competenze’, il sondaggio annuale sui fabbisogni aziendali nel 2023 che ha coinvolto centinaia di aziende, principalmente dell’area del Padovano e del Vicentino, molte del settore metalmeccanico.

Formare l’apice aziendale è prioritario rispetto al personale

Alle imprese è stato di individuare il livello di priorità con cui l’organizzazione intende mobilitare il proprio capitale cognitivo. Più della metà (53%) ritiene che investire nella formazione del personale abbia una priorità medio alta o alta (20%). In particolare per quanto riguarda il personale con ruoli di responsabilità (a cui un’impresa su quattro assegna priorità massima rispetto ai neo assunti), seguito dal personale operativo (21%). 
“Da quest’anno si registra anche la direzione generale e la proprietà dell’impresa come un target rilevante per l’implementazione delle strategie formative – commenta il direttore generale di Fòrema, Matteo Sinigaglia -. Nel 19% dei casi sono proprio queste figure imprenditoriali a evidenziare la priorità d’azione più alta”.

Stop a soft skills, sì a innovazione di prodotto e processi

Quanto alle aree e le funzioni aziendali che saranno maggiormente interessate da consulenze formative, gli interventi a supporto devono interessare gli uffici progettazione e sviluppo (22%), i processi produttivi (21%), l’area marketing e vendite (20%), la gestione dei sistemi informativi (19%).
Le aziende segnalano poi come particolarmente rilevanti per l’anno in corso innovazione del prodotto e dei processi (22%), digitalizzazione (21%), controllo di gestione (18%) e sviluppo dei collaboratori (16%). Escono dall’analisi i temi delle soft skills e dei modelli organizzativi smart, l’impatto ambientale della produzione, la sostenibilità sociale. E un’analisi pluriennale sulle priorità evidenzia una crescita per la digitalizzazione dei processi e delle attività.

Come sarà l’azienda fra tre anni?

Per le aspettative di medio periodo fino al 2026, legate alla trasformazione della propria organizzazione, prevale la consapevolezza che nel prossimo triennio le attività aziendali, e di conseguenza l’organizzazione, saranno cambiate rispetto alla situazione attuale. Solo il 35% non prevede cambiamenti sostanziali.
Anche se è sempre difficile fare previsioni, nel complesso il 58% converge verso uno scenario caratterizzato dall’aumento delle funzioni e delle attività aziendali, il 24% si aspetta un cambiamento radicale dell’azienda (era il 17% nel 2022) e il 30% ritiene che la struttura organizzativa sarà focalizzata su poche attività a valore.

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