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Quando conviene fare un impianto di climatizzazione canalizzata?

Un impianto di climatizzazione canalizzata rappresenta una scelta ben precisa in fatto di design e comfort abitativo, una soluzione in grado di donare aria fresca in maniera uniforme in tutta la casa senza più quella fastidiosa differenza di temperatura quando si passa da una stanza all’altra.

Ma quando conviene davvero optare per questa soluzione?

Per risondere a questa domanda abbiamo deciso di elencare alcuni tra i più importanti fattori da considerare.

Dimensione dell’abitazione

  • Ampie metrature: L’impianto canalizzato si rivela particolarmente vantaggioso in case di grandi dimensioni, magari su più piani o con una distribuzione complessa. In questi casi, la canalizzazione permette di climatizzare ogni ambiente in modo più semplice, evitando anche il classico ingombro di split multipli e relative unità esterne.
  • Spazi commerciali: L’installazione potrebbe risultare particolarmente efficiente in spazi commerciali o uffici, dove è necessario offrire una temperatura più piacevole ai clienti senza rovinare l’estetica del luogo con i classici monosplit sulle pareti.

Esigenze di comfort e design

  • Stile minimal: L’assenza di unità interne a vista rende l’impianto canalizzato ideale per chi desidera un ambiente privo di ingombri e dal design curato.
  • Controllo preciso: La possibilità di regolare la temperatura e la portata d’aria in ogni stanza offre un comfort personalizzato dell’impianto.

Interventi di ristrutturazione

  • Nuova costruzione o ristrutturazione profonda: L’installazione è più semplice e meno invasiva se integrata in fase di progettazione o durante lavori di ristrutturazione. In questa maniera è possibile prevedere per tempo la realizzazione dei controsoffitti che permettono di nascondere le tubature dell’impianto.
  • Edifici esistenti: È possibile anche effetturare l’inserimento di questo tipo di impianto in un contesto abitativo già costruito, considerando che la realizzazione di un controsoffitto non crea particolari disagi in casa.

Costi ed efficienza energetica

  • Investimento iniziale: L’impianto canalizzato ha un costo di installazione generalmente più elevato rispetto ai sistemi a split, sebbene tale differenza di costo sia ammortizzabile in breve tempo.
  • Efficienza energetica: L’utilizzo di moderne tecnologie e la canalizzazione ben progettata possono garantire un’alta efficienza energetica, con conseguenti risparmi sui consumi a lungo termine. Ad esempio è anche possibile regolare in maniera selettiva la temperatura della sola zona giorno o della sola zona notte, così da ottimizzare anche i consumi.

Necessità di controllo a distanza

  • Abitazioni private: In base alle proprie preferenze, può essere utile usufruire di un impianto di aria condizionata canalizzata, così da avere la possibilità di avviare il raffreddamento prima di rientrare a casa, potendo così trovare sin dal primo momento una temperatura piacevole al proprio rientro tra le mura domestiche.
  • Locali commerciali: In determinati spazi commerciali o uffici può essere necessario programmare l’avvio della climatizzazione in anticipo di qualche ora rispetto l’orario di apertura, così da garantire a clienti e dipendenti il massimo del comfort sin dall’inizio della giornata.

Considerazioni finali

Oltre a quanto riportato, è opportuno richiedere un parere, anche tecnico, a ditte specializzate per ottenere un quadro completo dei costi di installazione e manutenzione.

Un sopralluogo da parte di personale qualificato aiuterà a valutare la fattibilità dell’impianto e a individuare la soluzione più idonea alle specifiche esigenze.

Dunque, in aggiunta alle informazioni fornite, si consiglia di consultare un professionista del settore per una valutazione personalizzata e per approfondire gli aspetti tecnici e normativi legati all’installazione di un impianto di climatizzazione canalizzata.

In conclusione possiamo dire che valutare attentamente i fattori sopra elencati è fondamentale per capire se l’impianto di climatizzazione canalizzata rappresenti la scelta migliore per le proprie esigenze.

Tenere in considerazione costi, benefici, caratteristiche dell’abitazione e stile di vita permetterà di prendere una decisione consapevole.

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Come creare un’atmosfera romantica in casa?

Creare un’atmosfera romantica in casa è il desiderio di tante persone, che desiderano creare un’angolo di benessere in cui poter trascorrere dei momenti felici e speciali con la persona amata.

Che si tratti di una serata romantica o di una festa di San Valentino, avere un’atmosfera romantica in casa può aiutare a trascorrere del tempo di qualità insieme.

I consigli per creare un’atmosfera romantica in casa

Nulla di complicato in realtà, come vedremo a breve: basta mettere in pratica alcuni semplici accogimenti ottenere un’atmosfera più romantica in qualsiasi ambiente di casa.

Le luci: L’illuminazione è uno degli elementi più importanti per riuscire a creare un’atmosfera romantica in casa. Le luci soffuse, meglio se a luce calda, contribuiscono a creare un’atmosfera intima e rilassata. Per ottenere un’illuminazione soffusa puoi utilizzare candele, lampade da tavolo o faretti da terra. Puoi anche provare a creare un’atmosfera più intima creando una delle bellissime insegne vintage al neon o spegnendo le luci principali e lasciando accese solo le lampade di orientamento.

I colori: Anche i colori possono giocare un ruolo importante nella creare un’atmosfera romantica. Quelli tenui ed il pastello come il rosa, il viola e il blu, contribuiscono a creare un ambiente rilassante e sensuale. Puoi utilizzare i colori per creare un’atmosfera romantica in diversi modi. Ad esempio, potresti dipingere le pareti di casa con colori tenui, oppure puoi aggiungere qualche tocco di colore con dei fiori, delle decorazioni o dei tessuti particolari come quelli delle tende.

I profumi: Anche altri sensi, come l’olfatto,  possono concorrere a far percepire un tocco davvero romantico all’atmosfera di casa: i profumi floreali, come la rosa e la lavanda, sono particolarmente indicati quando si desidera raggiungere questo obiettivo. Puoi diffondere dei profumi particolari in casa utilizzando dei diffusori di essenze, oppure accendendo delle candele profumate.

La musica: La musica è un altro elemento importante che coinvolge i sensi e consente di ottenere un’atmosfera romantica in casa. La giusta musica può aiutarti a raggiungere un relax profondo, a sentirti vertamente rilassato. Tutto dipende chiaramente da quali sono le tue preferenze in fatto di musica, ovvero quali sono le melodie che ti fanno sentire più ispirato e più romantico. Si tratta di una scelta personale, ma solitamente per creare un’atmosfera romantica si sceglie della musica classica, della musica jazz o della musica lounge. Puoi anche provare a creare una playlist personalizzata con le tue canzoni preferite o semplicemente lasciarti guidare dalla radio.


L’ambiente e i dettagli

Oltre a quelle già citate, ci sono tante altre piccole cose che puoi fare per creare un’atmosfera romantica nel tuo appartamento: alcune di queste sono dei piccoli aggorgimenti che necessitano solo di pochi minuti di tempo per essere messi in pratica.

A caratteri generali, possiamo dire che una casa pulita e ordinata, con un’atmosfera accogliente, può aiutare già di suo a creare un’atmosfera rilassata e sensuale.

A parte questo, puoi anche aggiungere qualche tocco decorativo particolare come dei fiori freschi o dei grandi cuscini comodi, un classico che va sempre bene.

Ecco in particolare alcuni suggerimenti specifici che ti aiuteranno in questo:

  • Posiziona un tappeto morbido sul pavimento.
  • Accendi delle candele profumate.
  • Metti un po’ di musica di sottofondo.
  • Socchiudi le tende per far entrare una luce naturale più debole.
  • Disponi dei fiori freschi in giro per casa o petali sul letto o divano.

In breve

Mettendo in pratica questi semplici consigli ti sarà possibile creare un’atmosfera romantica in casa, così da stupire favorevolmente il tuo partner. Basta solo un po’ di impegno per trasformare casa in un luogo magico e indimenticabile. Sei pronto?

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Quali contaminanti rimuove un depuratore d’acqua?

Bere l’acqua del rubinetto di casa è il massimo della comodità, ma prima di berla bisogna essere certi della sua qualità dato che questa può essere contaminata da una varietà di sostanze, sia naturali che artificiali.

Come è noto infatti, i contaminanti possono rendere l’acqua pericolosa da bere, e sconsigliarne l’utilizzo anche per scopi alimentari di qualsiasi tipo.

A tal proposito un depuratore d’acqua è un dispositivo che può essere utilizzato per rimuovere i contaminanti dall’acqua potabile. Questi dispositivi sono disponibili in vari tipi e dimensioni, ognuno dei quali è progettato per rimuovere specifici contaminanti.

Tipi di contaminanti presenti nell’acqua

I contaminanti che possono essere presenti nell’acqua potabile possono essere classificati in diverse categorie:

  • Contaminanti inorganici: si tratta di  metalli pesanti, come piombo, mercurio e arsenico, nonché sostanze chimiche, come cloro, nitrati e fosfati.
  • Contaminanti organici: sono pesticidi, erbicidi, solventi e altri prodotti chimici di origine umana.
  • Contaminanti microbiologici: includono batteri, virus e protozoi.

In base al tipo di contaminante presente nell’acqua che si vuole bere, avremo necessità di acquistare un depuratore diverso.

Come funzionano i depuratori d’acqua?

I depuratori acqua funzionano sfruttando vari metodi di rimozione degli elementi contaminanti. I più classici sono:

  • Filtrazione: la filtrazione è il processo di rimozione di particelle sospese dall’acqua. I filtri possono essere realizzati con vari materiali come la sabbia, il carbone attivo o le resine a scambio ionico.
  • Adsorbimento: l’adsorbimento è il processo di accumulo di sostanze su una superficie. Il carbone attivo è un ottimo adsorbente e viene spesso utilizzato nei depuratori d’acqua per rimuovere contaminanti organici, come pesticidi e erbicidi.
  • Osmosi inversa: l’osmosi inversa è un processo che sfrutta la pressione per forzare l’acqua attraverso una membrana semipermeabile. La membrana permette il passaggio dell’acqua, ma blocca i contaminanti. L’osmosi inversa è un metodo efficace per rimuovere una varietà di contaminanti, tra cui sali, metalli pesanti, pesticidi e batteri.

Tali meccanismi di rimozione dei contaminanti sono efficaci per rimuovere diversi tipi di elementi nocivi. Ad esempio, la filtrazione è efficace per rimuovere le particelle sospese, mentre l’adsorbimento è indicato per rimuovere contaminanti organici.

I contaminanti che un depuratore d’acqua può rimuovere

I depuratori d’acqua possono essere utilizzati per rimuovere una vasta gamma di contaminanti dall’acqua potabile, ad esempio:

  • Cloro: il cloro è un disinfettante comunemente aggiunto all’acqua potabile per uccidere i batteri. Ad ogni modo, esso può anche lasciare un sapore sgradevole all’acqua e può reagire con altri contaminanti per formare sostanze cancerogene.
  • Metalli pesanti: i metalli pesanti come il piombo, il mercurio e l’arsenico, possono essere tossici per l’uomo.
  • Pesticidi: i pesticidi e gli erbicidi possono essere utilizzati in agricoltura e possono contaminare le falde acquifere sotterranee.
  • Batteri e virus: i batteri e i virus possono causare infezioni e malattie.

Un buon depuratore d’acqua è in grado di eliminare tali contaminanti dall’acqua, rendendola immediatamente più sicura.

Considerazioni nell’acquisto di un depuratore d’acqua

Esistono diversi fattori sui quali ragionare quando si acquista un depuratore d’acqua, tra cui:

  • Capacità: la capacità del depuratore d’acqua determina la quantità di acqua che può essere filtrata in un dato periodo di tempo.
  • Tipologia di purificazione: la tipologia di purificazione determina quali contaminanti possono essere rimossi dall’acqua.
  • Costo: il costo dei depuratori d’acqua può variare notevolmente a seconda delle caratteristiche e della capacità.
  • Manutenzione: alcuni depuratori d’acqua richiedono una manutenzione regolare, come la sostituzione dei filtri.

Conclusioni

I depuratori d’acqua sono un modo efficace per garantirsi un’acqua potabile sicura e di qualità anche in casa.

Essi possono rimuovere una grande varietà di contaminanti, con il vantaggio di migliorare anche il sapore dell’acqua e ridurre il rischio di avere malattie collegate all’acqua che si assume.

Se sei preoccupato della qualità dell’acqua potabile cui hai accesso, un depuratore può essere la soluzione efficace di cui hai bisogno.

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Espositori in cartone per patatine

È risaputo che una presentazione efficace dei prodotti influisca in maniera diretta sulle vendite.

Infatti, più la merce viene esposta in maniera attraente, più aumentano le probabilità che quel determinato prodotto diventi oggetto del desiderio di chi lo osserva.

Se sei alla ricerca di un espositore per le patatine che vendi nel tuo locale, l’idea di utilizzare degli espositori in cartone potrebbe essere quella giusta per te.

Questi espositori sono una soluzione economica ed ecologica per la tua attività commerciale, e di seguito ti spieghiamo i motivi per i quali hai bisogno di scegliere un buon espositore in cartone per la tua attività.

Resistenza e facilità di trasporto

Gli espositori in cartone per patatine offrono numerosi vantaggi rispetto ad altre soluzioni di questo tipo.

In primo luogo, sono molto più leggeri e facili da trasportare rispetto ad espositori in materiali più pesanti come il metallo. Tra l’altro sono anche più ecologici, poiché il cartone è un materiale riciclabile e biodegradabile.

Inoltre, questi espositori sono molto stabili grazie alla loro struttura interna che li rende resistenti alle oscillazioni. Sono anche molto facili da montare e possono essere personalizzati con la grafica del tuo brand, per renderli veri e propri strumenti di marketing.

Presenza di ripiani e crowner

Gli espositori in cartone presentano vari ripiani su cui puoi riporre i sacchetti delle patatine. In questo modo, puoi organizzare i prodotti in modo efficace e renderli facilmente accessibili ai tuoi clienti.

Se lo desideri, puoi rendere più efficaci i tuoi espositori in cartone prevedendo anche la presenza di un crowner, ovvero una parte superiore personalizzabile che può contenere un messaggio pubblicitario o il logo del tuo brand.

Montaggio semplice ed intuitivo

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli espositori in cartone per patatine sono estremamente resistenti e duraturi nel tempo.

Sono infatti progettati per sopportare il peso di ciò che viene riposto sopra e resistere alle sollecitazioni della vita quotidiana di un negozio. Inoltre, sono molto facili da montare, grazie alle semplici istruzioni fornite dal produttore.

Possibilità di personalizzazione

Uno dei maggiori vantaggi degli espositori in cartone per patatine è la possibilità di poterli personalizzare con la grafica del proprio brand o nome del negozio.

Questo ti permette di promuovere il tuo prodotto e il tuo marchio in modo efficace, attirando l’attenzione dei clienti e distinguendoti dalla concorrenza.

Inoltre, la personalizzazione ti consente di adattare l’espositore alle tue esigenze specifiche, scegliendo il layout e il colore più adatti alla tua attività commerciale.

Rispetto per l’ambiente

Come già accennato, gli espositori in cartone sono anche una scelta ecologica e dunque utile per la tutela dell’ambiente.

Il cartone è infatti un materiale biodegradabile e facilmente riciclabile, il che significa che puoi smaltirlo in modo responsabile e ridurre al minimo l’impatto ambientale della tua attività.

Tra l’altro, spesso il cartone adoperato per realizzare tali espositori proviene da fonti sostenibili, come le foreste gestite in modo etico e responsabile.

Ciò significa che puoi scegliere un espositore per le tue patatine che sia non solo funzionale e personalizzabile, ma anche rispettoso dell’ambiente. In tal modo, potrai anche trasmettere ai tuoi clienti un messaggio positivo legato alla natura, che di certo avrà ripercussioni positive sulla tua attività.

Conclusione

In breve, gli espositori in cartone per patatine rappresentano una soluzione economica, ecologica e altamente personalizzabile per la tua attività commerciale.

Grazie alla loro struttura stabile e resistente, essi sono in grado di valorizzare i tuoi prodotti in modo efficace e di promuovere il tuo brand in modo creativo ed originale. Se stai cercando un espositore per le tue patatine più particolare, considera la versione in cartone e non te ne pentirai!

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Come avviare un’attività di pelletteria artigianale: consigli pratici

Se sei appassionato di artigianato e vuoi avviare una attività di pelletteria artigianale, ti farà piacere leggere i consigli pratici che seguono, così da evitare di commettere degli errori banali e partire subito alla grande.

Formati adeguatamente prima di avviare la tua nuova attività pelletteria artigianale

La prima cosa da fare è acquisire le conoscenze tecniche necessarie per lavorare la pelle e creare prodotti di alta qualità.

A questo scopo, puoi frequentare corsi di formazione, seguire tutorial online, partecipare a workshop, oppure fare un periodo di apprendistato presso un’azienda specializzata in pelletteria.

Individua prodotti e pubblico cui ti rivolgi

Una volta acquisite le conoscenze tecniche, è importante avere un’idea chiara del tipo di prodotti che intendi realizzare e del tuo pubblico di riferimento.

Ti consigliamo di fare un’analisi di mercato e studiare la concorrenza per capire quali sono i prodotti più richiesti e come puoi differenziarti dagli altri produttori.

Preparare un business plan

Dopo aver deciso il tipo di prodotto che vuoi realizzare e il tuo target di riferimento, è il momento di fare un business plan e definire un budget per l’avvio dell’attività.

L’ideale sarebbe fare una attenta stima dei costi per l’acquisto delle attrezzature, della materia prima, della pubblicità e della promozione.

Le pratiche burocratiche e fiscali da espletare

In Italia, per avviare un’attività di pelletteria artigianale, è necessario aprire una partita IVA e registrarsi alla Camera di Commercio.

Il suggerimento in questo caso è quello di farti assistere da un commercialista o un consulente per le pratiche burocratiche e per la gestione contabile e fiscale della tua attività.

Certificazioni e normative da rispettare

Per avviare una attività di pelletteria artigianale, è importante rispettare le normative di settore e ottenere le certificazioni richieste per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti realizzati.

Inoltre, è fondamentale rispettare le normative sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e utilizzare solo materiali sicuri e di qualità.

Per quanto riguarda le certificazioni, è consigliabile acquisire la certificazione ISO 9001, che attesta la conformità ai requisiti di qualità del processo produttivo.

Le attrezzature necessarie per il lavoro

Per quel che concerne le attrezzature necessarie, avrai bisogno di una macchina da cucire professionale, un tavolo da lavoro, attrezzi per tagliare la pelle, colla e di filo di alta qualità.

Ti consigliamo di fare una ricerca di mercato per trovare i fornitori che offrono le attrezzature e la materia prima di alta qualità, tenendo comunque a mente che le macchine da cucire Singer sono probabilmente le migliori anche per quel che riguarda la lavorazione della pelle.

La promozione sul web ed in città

A questo punto, una volta avviata l’attività, è importante promuovere i tuoi prodotti e fidelizzare i tuoi clienti. Ti consigliamo di creare un sito web e un profilo sui social media per mostrare i tuoi prodotti e per raggiungere un pubblico più vasto, oltre a sfruttare il content marketing.

In particolare, i social media possono essere utilizzati per mostrare i propri prodotti, raccontare la propria storia e creare un legame con i propri clienti. Il content marketing, invece, prevede la produzione di contenuti utili e interessanti per il proprio pubblico di riferimento come tutorial, guide o articoli sul mondo della pelletteria.

Inoltre, la pubblicità a pagamento online può essere utile per aumentare la visibilità dell’attività su motori di ricerca come Google o sui social network.

È importante per questo pianificare una strategia di marketing digitale efficace, che tenga conto delle esigenze del proprio pubblico di riferimento e del posizionamento dell’attività nel mercato.

Infine, potresti organizzare eventi e partecipare a fiere del settore per far conoscere la tua attività e i tuoi prodotti.

In conclusione, avviare una attività di pelletteria artigianale richiede impegno, passione e una buona dose di creatività. Con questi consigli pratici, speriamo di averti dato le informazioni necessarie per avviare la tua attività con successo.

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Quanto costa aprire un salone da parrucchiere?

Quella di aprire un salone da parrucchiere è certamente una bellissima idea. Riuscire a capire quanto costa avviare un’attività di questo tipo è sicuramente la domanda che si pone più spesso chi sta pensando di aprire un nuovo salone.

Vediamo allora di analizzare costi per capire quanto costa aprire un salone da parrucchiere.

La sede

Quella della sede è la prima delle spese da considerare. Se decidere di acquistare i locali considera che, in base alla città in cui l’attività ha sede ed in base al quartiere, può costare dai 150000€ ai €40000 al variare di tali parametri.

Chiaramente ti sarà necessario accendere un mutuo con la tua banca in questo caso. Il vantaggio però è che, essendo proprietario dei locali, potrai apportare tutte le modifiche e personalizzazioni che vuoi, inclusi eventuali interventi di ristrutturazione.

Se deciderai invece di affittare la sede, oltre ai parametri di cui sopra bisogna anche considerare le dimensioni del locale. Considera che per un locale di circa 80 m2 /100 m2 potresti pagare un affitto medio che oscilla tra le 800€ e le €1000 mensili. A questi chiaramente vanno aggiunti i costi relativi alle utenze.

Gli arredi e le attrezzature

Chiaramente avrai bisogno di un po’ tutto quello che è il classico arredo per un salone da parrucchiere, incluse attrezzature professionali di vario tipo. Dalle poltrone da parrucchiere ai mobili con specchio ad esempio, passando per espositori, altri mobili, divano per la zona d’attesa e altri prodotti che puoi trovare presso le aziende che si occupano di forniture per parrucchieri. Per un salone medio potresti considerare un importo che oscilla tra le 6000€ le 7000€ per quanto elencato.

La pubblicità

Aprire un nuovo salone per parrucchiere potrebbe servire a poco nel caso in cui i potenziali clienti non vengano a saperlo. Per questo motivo è necessario avviare una adeguata campagna pubblicitaria a livello locale per consentire a tutti di venirne a conoscenza.

Considera dunque di far passare alcuni annunci pubblicitari alle radio locali ed un po’ di cartellonistica nel quartiere. Faresti bene anche ad avviare alcune inserzioni sponsorizzate su Facebook. Considera che è una pubblicità di questo tipo che va avanti per almeno 3 mesi può costarti dalle 5000€ alle 6000€.

Gli impianti

Sia che si tratti di un nuovo locale, che di una attività esistente che è stata rilevata, avrai necessariamente necessità di sistemare gli impianti elettrici ed idraulici. Soprattutto l’impianto elettrico va necessariamente messo a norma per garantire il massimo della sicurezza ai tuoi dipendenti e clienti. In totale per questi due lavori puoi considerare un importo che va dalle 1000€ alle 3000€ in base alla tipologia di lavoro necessaria.

Assicurazione

La legge prevede obbligatoriamente che sia necessario sottoscrivere una assicurazione del locale, che vada tutelare clienti dipendenti durante la loro permanenza in sede. Questa assicurazione costa mediamente 600€ ogni anno.

Utenze

Tra i costi da considerare ci sono chiaramente le utenze e tu acqua, luce e telefono. Valuta se sia il caso di sottoscrivere una tariffa flat, per la quale vai a pagare un importo fisso a prescindere dai consumi, o se è meglio pagare effettivamente per quanto si consuma. Una attività commerciale per queste tre utenze in totale paga circa 300€ al mese.

I dipendenti

Se deciderai di assumere dei dipendenti, devi considerare anche i costi relativi al loro stipendio. Considera mediamente che il contratto di una persona che lavora 8 ore e guadagna €1200 al mese a te costa altre €1200 di tasse circa, parliamo quindi di €2400 al mese da mettere in preventivo.

Tenendo in considerazione questi dati, potrai avere un quadro preciso di quelle che sono le spese da affrontare se deciderai di aprire un salone da parrucchiere.

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Codici sconto Amazon: tanti prodotti a un piccolo prezzo

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Dove si trovano i codici sconto Amazon?

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Suggerimenti per mantenere il tuo prato sempre verde

In Estate, così come nel resto dell’anno, è logico che chi ha la fortuna di avere una casa con giardino voglia avere un prato perfetto. Il buon aspetto del manto erboso è essenziale affinché la visione globale dei nostri esterni sia perfetta ed invitante.

Ecco allora di seguito alcuni consigli per mantenere il tuo prato sempre ben folto e verde.

Scegli il tipo di prato giusto

Se prevedi di rinfoltire un’area a prato, sarà utile sapere che ne esistono di diversi tipi. Una buona scelta iniziale determinerà la quantità di cure che dovrai apportare in futuro. L’opzione più conveniente nella progettazione giardini è quella che tiene conto del clima, del tipo di terreno di cui disponi e dell’uso che si intende fare del prato. 

Per le nuove installazioni ci sono due opzioni: partire dalla seminazione, che impiegherà mesi per dare risultati, o ricorrere al prato a zolle che è subito pronto.

Irrigazione

Devi innanzitutto analizzare il terreno prima della semina per verificare se ci sono problemi di drenaggio e studiare quale sistema di irrigazione è il migliore in base alle condizione del luogo. Considera poi che la Primavera e l’Autunno sono le stagioni ideali per la semina poiché le temperature sono più miti. 

Dopo la semina è necessario annaffiare 2 o 3 volte al giorno in modo che il terreno sia sufficientemente inumidito, ma quando l’erba raggiunge i 2 cm di altezza le annaffiature vanno progressivamente ridotte.

Quando tosare il prato?

Un prato senza una manutenzione regolare non durerà a lungo, e per questo deve essere tagliato periodicamente per mantenerlo sano. L’ideale è tagliare a metà lo stelo, tagliando ogni volta in una direzione diversa in modo che la radice non poggi sempre nella stessa direzione.

Manutenzione del prato

Per ottenere una migliore crescita, si consiglia di concimare il giardino ogni quattro-cinque settimane. Come integratore, sia per favorire la crescita che per prevenire i parassiti, è preferibile adoperare concimi organici.

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Economia

Direttiva Case Green, approvata la Direttiva europea: quali sono obiettivi e tempi?

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato la Direttiva Case Green, un provvedimento ritenuto necessario per contrastare il cambiamento climatico nel settore edilizio. La normativa mira a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 ed è stata approvata con un sostegno significativo: ha infatti ottenuto 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Non sono ovviamente mancate le proteste da parte di alcuni esponenti politici.

Obiettivi ambizioni, ma fondamentali

La direttiva stabilisce una serie di obiettivi ambiziosi. A partire dal 2028, tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, con l’obbligo esteso ai nuovi edifici residenziali entro il 2050.

Per gli edifici esistenti, sono stati definiti obiettivi di efficienza energetica: entro il 2030, almeno il 16% degli edifici pubblici meno efficienti dovrà essere migliorato, mentre per gli edifici residenziali esistenti si prevede una riduzione dei consumi del 16% entro lo stesso anno e del 20-22% entro il 2035.

Gli incentivi previsti per l’adeguamento

La direttiva include anche disposizioni riguardanti gli incentivi. I Paesi membri sono tenuti a promuovere la riqualificazione energetica degli edifici attraverso misure fiscali, come esenzioni e detrazioni, e altre forme di sostegno finanziario, come lo sconto in fattura. Tuttavia, si prevede che i nuovi vincoli della direttiva influenzeranno anche i bonus edilizi esistenti, con il possibile impatto sulle politiche di incentivazione già in atto.

Le tempistiche da rispettare

Per quanto riguarda le tempistiche, il testo della direttiva deve ora ricevere l’approvazione finale dal Consiglio europeo prima di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventare effettivo.

I Paesi membri hanno a disposizione due anni per recepire le norme della direttiva nei rispettivi ordinamenti nazionali, garantendo così una coerente implementazione delle disposizioni.

Una strategia per contrastare il climate change

In sintesi, la Direttiva Case Green rappresenta un importante impegno dell’Unione Europea nella lotta al cambiamento climatico, delineando una chiara strategia per ridurre le emissioni di carbonio nel settore edilizio e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.

Questo provvedimento non solo promuove la sostenibilità ambientale, ma anche la creazione di una infrastruttura più moderna e a basso impatto ambientale per le generazioni future.

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Varie attualità

Otto italiani su dieci hanno bisogno di buone notizie

I nostri connazionali hanno bisogno di good news per stare bene, mantenere alto l’umore e trovare la carica per andare avanti. Lo rivela la ricerca demoscopica condotta da AstraRicerche, commissionata da Mulino Bianco, condotta con l’obiettivo di indagare sullo stato d’animo degli italiani.

Lo studio fa emergere che che otto persone su dieci sentono la necessità di ricevere notizie positive per migliorare il proprio umore e percepire il lato positivo della vita quotidiana. 

I media sono percepiti come portatori di notizie negative

Questa esigenza nasce in risposta alla percezione diffusa che i media veicolino principalmente notizie negative: addirittura sette individui su dieci condividono questa opinione. Questo sentiment genera un impatto negativo sullo stato d’animo, spingendo quasi il 40% degli intervistati verso pessimismo e preoccupazione.

La ricerca, intitolata ‘Un mondo più buono’, mira a modificare il punto di vista quotidiano degli italiani, ricordando loro che esistono aspetti positivi nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nei piccoli gesti quotidiani. 

La cronaca nera fa male all’umore

Tra le notizie che influenzano maggiormente l’umore degli italiani, spiccano quelle di cronaca nera (43%), mentre le storie di altruismo, generosità e bontà rappresentano solo il 19,2% delle notizie. Le news riguardanti l’attualità internazionale (14,6%) e nazionale (12,3%) hanno un impatto minore. Nonostante il contesto percepito come difficile, la maggioranza degli intervistati mantiene sentimenti positivi, come la curiosità (58,1%), l’interesse (52,9%), l’entusiasmo e l’eccitazione (37,7%).

Migliore situazione economica e fine delle guerre le notizie più apprezzate

La ricerca evidenzia che oltre il 60% degli italiani riconosce un’immediata conseguenza positiva sull’umore quando i media diffondono notizie positive. Riguardo alle aspettative per il 2024, le buone notizie più desiderate includono una maggiore disponibilità economica (22,4%) e un miglior stato di salute personale e/o dei propri cari (17,9%). A livello globale, più del 40% degli italiani cita il desiderio di vedere la fine delle guerre.

Ci si informa soprattutto la mattina

Il momento preferito per informarsi risulta essere la mattina, scelto da oltre il 40% degli intervistati. Per quanto riguarda le fonti di notizie positive, i canali digitali primeggiano, con Internet (siti web, siti di giornali, portali) che rappresenta la principale fonte per il 50% degli italiani, seguito dai social network (41,4%). La televisione, seppur con percentuali più basse, rimane comunque un canale significativo (31,9%).

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Casa: a Firenze, Milano, Roma affitti più cari. Italia ultima in Europa  

Secondo i dati della banca online N26, l’Italia si classifica all’ultimo posto del ranking europeo relativo al caro-affitti. Più della metà dello stipendio degli italiani è infatti destinato a questa spesa. Da questo punto di vista, Firenze, Milano e Roma son le città più care.

Lo studio ha l’obiettivo di individuare i Paesi europei che offrono una migliore qualità della vita. Tra i vari costi analizzati per definire il ranking dei paesi più vivibili in Europa rivestono particolare importanza quelli relativi all’affitto, soprattutto se analizzati in relazione all’ammontare medio degli stipendi .
“Veniamo da due anni e mezzo nei quali le famiglie italiane si sono sensibilmente impoverite, hanno dovuto attingere ai propri risparmi o fare ricorso al credito per pianificare acquisti particolarmente onerosi o imprevisti -commenta Lucio Poma, Capo Economista di Nomisma -. Una ferita profonda, che avrà bisogno di tempo e stabilità per rimarginarsi”.

Oltre il 52% del salario è destinato all’affitto

La situazione caro-affitti nel nostro paese ha un impatto non indifferente sugli stipendi mensili degli italiani, che risultano tra i più bassi in Europa. Oltre il 52% del salario infatti è destinato all’affitto, percentuale più elevata tra i Paesi europei considerati, tenendo conto della media nazionale del costo degli affitti per un bilocale, che si attesta attorno ai 1.400 euro.
L’analisi più dettagliata delle città italiane vede Firenze come la più costosa, con una media mensile di costi per affitto pari a 1.806 euro e picchi di 2.200 euro per il centro storico.

Segue Milano, con una media di 1.674 euro mensili, ma torna in vetta se si considerano i costi per bilocali in centro storico, con circa 2.838 euro mensili. A Roma, invece, terza in classifica, il costo medio degli affitti per un bilocale è di circa 1.200 euro.

Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito ci precedono in classifica

Se l’Italia è il fanalino di coda di questa classifica di N26, a precederla tra i Paesi europei troviamo la Spagna, con un prezzo medio di affitto mensile pari a 1.377 euro, i Paesi Bassi, con 1.620 euro circa, e il Regno Unito, con 1.460 euro al mese.

In questi Paesi le percentuali di stipendio da destinare all’affitto sono più basse, rispettivamente di 45% per la Spagna e 37% per i Paesi Bassi e il Regno Unito.

In Belgio affittare un bilocale costa circa 800 euro al mese

Al primo posto della classifica troviamo invece il Belgio, dove l’affitto di un bilocale costa circa 800 euro mensili. Qui gli abitanti destinano solo il 18% del proprio stipendio a questa spesa.

A occupare il secondo e il terzo posto ci sono Svizzera e Danimarca, dove per un bilocale che costa rispettivamente 1.733 euro e 1.159 euro si destina in media il 21% del proprio stipendio mensile.

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Lavoro: la digitalizzazione crea nuovi posti di lavoro e aiuta a trattenere i talenti

Trovare le professionalità richieste oggi è una sfida rilevante per oltre la metà delle aziende industriali (52%). Qual è, allora, la soluzione?
Secondo una ricerca globale commissionata da Schneider Electric e realizzata da Omdia su un campione di 407 aziende industriali di piccole, medie e grandi dimensioni, la digitalizzazione (70%), oltre a creare posti di lavoro, aiuterà anche ad affrontare la carenza di personale qualificato.

Quasi la metà delle aziende industriali intervistate (45%) ritiene che nei prossimi tre anni la digitalizzazione sarà lo stimolo principale per la creazione di nuovi profili professionali nell’ambito delle tecnologie operative (OT, che al contempo evidenzia la portata globale della ‘crisi dei talenti’ in ambito industriale.

La sostenibilità entra nelle professionalità di chi opera negli impianti

Mentre impazza la crisi dei talenti, gli ambienti di lavoro industriali stanno cambiando rapidamente. Obiettivi di sostenibilità e tecnologie evolute, come l’Intelligenza artificiale e i digital twin, stanno diventando fattori sempre più rilevanti per la forza lavoro.

Inoltre, dalla ricerca emerge che la crescente esigenza di raggiungere obiettivi di sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale renderà necessario ampliare le competenze delle figure professionali a oggi all’opera negli impianti. Questo, è vero rispettivamente per il 45% e 47% del campione.

I profili più impattati? Quelli legati al controllo di qualità

Secondo i dati dello studio, oltre la metà degli intervistati (52%) considera l’acquisizione di talenti e la capacità di trattenerli in azienda un problema che si può superare. Inoltre, tre su cinque (60%) ritengono che i ruoli OT cambieranno nei prossimi tre anni, moderatamente per il 41% del campione, oppure significativamente per il 19%.

Sempre nei prossimi tre anni, la grande maggioranza (73%) ritiene poi che la digitalizzazione cambierà in modo sostanziale la natura del lavoro. E il 31% ritiene che i profili professionali maggiormente rafforzati o ampliati a causa della digitalizzazione saranno quelli legati al controllo di qualità.

Programmazione e integrazione robotica le competenze del prossimo futuro

Nel prossimo triennio saranno necessarie nuove competenze in aree come programmazione e integrazione robotica, settore in cui il 49% del campione sostiene di non avere sufficienti competenze, e in aree come l’elaborazione, visualizzazione e analisi dei dati, nelle quali il 30% non si ritiene competente.

In generale, le aziende interpellate affermano di dare priorità agli investimenti nell’area dati. Programmazione e integrazione robotica sono infatti indicate come priorità di livello medio da quasi la metà del campione.
“Ottimizzare le figure professionali di area operative e ampliarne le competenze è una vera opportunità per queste aziende – commenta Ali Haj Fraj, Senior Vice President, Digital Factory, Industrial Automation di Schneider Electric -. Riducendo il tempo che devono dedicare a compiti ‘amministrativi’ e aiutando le persone a esprimere meglio tutto il loro potenziale possiamo risolvere molti dei problemi attuali e aiutare a creare un futuro più sostenibile”. 

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Italia, nel 2023 è boom di pagamenti cashless 

L’Osservatorio Città Cashless di SumUp ha rivelato che nel 2023 i pagamenti digitali senza contanti in Italia hanno segnato una crescita significativa del 35,5%.

Questo trend positivo è accompagnato da un calo dell’8,1% nello scontrino medio cashless, attestandosi a 37 euro, segno di una crescente preferenza nell’utilizzo delle carte anche per transazioni di importo ridotto.

Bolzano, Modena e Venezia le province con più pagamenti digitali 

Tutte le province italiane, dal Nord al Sud, contribuiscono all’exploit del cashless. Le tre città che registrano le percentuali di utilizzo maggiore sono Bolzano (+58,8%), Modena (+57,5%) e Venezia (+53,2%). A seguire, ci sono Rieti (+52.3%), Rovigo (+52%), Piacenza (+50.9%) e Vercelli (+48.7%).

Dall’altra parte della classifica, la provincia Sud Sardegna presenta lo scontrino medio più basso d’Italia, registrando 29,8 euro. 

La mappa dei quartieri smart

L’Osservatorio si è spinto anche nei quartieri delle 10 città capoluogo di regione, identificando le zone più cashless del paese. Cannaregio (+163,7%) e Marghera (158,2%) a Venezia occupano le prime posizioni, seguite da Sempione/City Life (+124,4%) a Milano. Seguono nella Top 10 Porto-Saragozza a Bologna (+118%), Brancaccio a Palermo (+108,4%) e Milano con Calvairate (+103,4%). Chiudono la classifica il quartiere Gianicolense a Roma (+90,2%), Milano Bovisa / Cimitero Maggiore a Milano (+85,4%), Roma Tiburtina (+82,1%) e Venezia Mestre (+80,8%).

Per lo scontrino medio più basso, spicca il quartiere Porto-Saragozza a Bologna con 18,4 euro.

Evoluzione dei pagamenti digitali tra i professionisti 

Nel 2023, si osserva un aumento dei pagamenti digitali tra i professionisti. In particolare gli agenti immobiliari registrano un +161.2% di crescita nelle transazioni digitali e gli avvocati  un +153.2%. Il trend positivo si mantiene nei settori Horeca (caffè e ristoranti, fast food, bar e club) e Retail (tabaccherie, edicole). Per quanto riguarda il comparto del commercio, crescono soprattutto i negozi di cosmesi (+117%) e i fiorai (+108%).

Umberto Zola, responsabile di Multiproduct di SumUp, ha commentato i risultati, sottolineando come i pagamenti digitali stiano diventando una pratica comune in tutta Italia. Ha evidenziato che, oltre ai settori tradizionalmente coinvolti, anche artigiani e professionisti stanno abbracciando questa evoluzione. Zola ha menzionato prodotti specificamente progettati per i commercianti con flussi di cassa veloci o che richiedono soluzioni complete per ordini e pagamenti.

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Online

Deinfluencer, la risposta (negativa) al marketing di massa

Al posto di cavalcare i trend del momento promuovono un consumo più sostenibile ed etico, invece di sponsorizzare prodotti li criticano e si interrogano sull’impatto che questi possono generare sui comportamenti d’acquisto dei consumatori. Sono i deinfluencer, l’esatto opposto degli e delle influencer. Una categoria di creatori di contenuti digitali che sta prendendo piede in risposta al fenomeno influencer, 

Tra i deinfluencer più noti ed emergenti si può sicuramente annoverare Derek Guy, scrittore e commentatore canadese di moda, noto anche come ‘il ragazzo dell’abbigliamento maschile’ su X, ma anche Tanner Leatherstein o Andrea Cheong.

Ne vale davvero la pena?

Citato anche da Bloomberg, in una serie di 27 post Guy ha spiegato la differenza tra un maglione di cashmere che costa 50 dollari e uno che potrebbe costarne fino a 5.000.
Guy sottolinea ovviamente che esistono grandi differenze in termini di qualità (morbidezza, elasticità, lunghezza del filato, longevità) tra i due capi, ma ne analizza l’impatto sull’ambiente e sul benessere degli animali.

Derek Guy sembra incarnare a tutti gli effetti il fenomeno dei deinfluencer, che sui social suggeriscono ai loro follower cosa non comprare, rifiutando le tendenze del momento, il consumismo sfrenato o le leggi imposte dal marketing di massa. Spesso i loro post e reel iniziano con la domanda: ‘Ne vale davvero la pena?’

Quanto costa davvero una borsetta da migliaia di euro?

Un altro esempio è quello di Tanner Leatherstein, i cui video dove smonta borsette da migliaia di euro dichiarandone il reale valore sono diventati virali su Instagram e TikTok.

Grazie alle sue doti di artigiano e la sua conoscenza dei pellami Tanner Leatherstein nei video che pubblica usa taglierini, solventi, forbici e lime per distruggere e sezionare ogni singolo componente degli oggetti in questione.
La domanda posta ai consumatori sé sempre la stessa: il prodotto vale davvero la cifra richiesta dal brand di lusso in oggetto?

Come leggere le etichette di cuciture, fodere e materiali vari?

Il fenomeno del deinfluencer non è nuovo al mondo dei social,  riferisce Adnkronos, ma è emerso come trend circa un anno fa.
Anche Andrea Cheong, deinfluencer con oltre 390.000 follower su Instagram e TikTok, mostra come leggere le etichette di cuciture, fodere e materiali di abbigliamento e accessori esposti nei negozi.

In pratica, cpsì come fa Guy, sui social Cheong tenta di scoraggiare il consumismo sconsiderato.
Insomma, chissà se anche in Italia alcuni consumatori non inizino ad avere una visione più critica e consapevole di quello che acquistano.

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Turismo: nel 2023 superati i livelli pre-pandemia

A tracciare un primo consuntivo sull’anno turistico 2023 è il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti: l’anno appena passato dovrebbe chiudersi con 445,3 milioni di presenze nelle strutture ricettive (+8,1% rispetto 2022), per la prima volta, superiore anche al periodo antecedente la pandemia. Nel 2019, infatti, le presenze turistiche erano state 436,7 milioni, circa 8,6 milioni in meno.  

Il turismo recupera, finalmente, i livelli pre-Covid, e il forte incremento dei turisti stranieri traina ancora la domanda, contribuendo in modo determinante a compiere il sorpasso sul 2019. Le presenze estere segnano +13,7% sul 2022, in valori assoluti si attestano a oltre 228,5 milioni (220,6 milioni nel 2019).
Più debole il rafforzamento del mercato italiano (+2,8%), per un totale di 216,8 milioni di pernottamenti (216 milioni nel 2019).

Ricettività alberghiera ed extralberghiera

Il movimento degli ospiti nelle strutture alberghiere è stimato in crescita del +9,3%, con le presenze turistiche che si attestano a 276,2 milioni, mentre l’extralberghiero si fermerebbe al +6,1%, con 169,1 milioni di pernottamenti.  

Ma per il settore è una ripresa difficile e a più velocità: il Sud e le Isole sono le aree che chiudono l’anno con i valori di più bassa crescita (+4,4%).
Si registrano, inoltre, aumenti sotto la media nazionale anche per il Nord-Est (+7%).
Per Nord-Ovest (+11,7%) e Centro (+10,4%) le stime riportano invece una crescita di oltre il 2% rispetto la media. 

Le tipologie di vacanza più apprezzate

Tutte le aree-prodotti registrano aumenti della domanda turistica, ma tra quelle più apprezzate nel 2023 conquistano il primo posto le strutture ricettive delle città/centri d’arte (+11,4%) e della montagna (+11,1%).
Stime altrettanto positive per le strutture attive nelle aree rurali/collina (+10,3%) e del termale (+10,2%).

Buoni, inoltre, i risultati anche per le località dei laghi (+9,6%) e ‘altro interesse’ (+9%), mentre nel corso dell’anno a frenare è il settore balneare. La stima riporta infatti la crescita più bassa dei flussi turistici (+3%), a causa della flessione, in particolare, della domanda italiana. 

Previsioni per il 2024

Sulle previsioni delle imprese ricettive per il primo trimestre 2024 emerge qualche elemento di incertezza. Instabilità geopolitica, crescita economica lenta nell’area euro e inflazione condizionano ancora la ripresa per il prossimo anno. Ma per il 59,6% degli intervistati la prima parte dell’anno dovrebbe caratterizzarsi con un trend di stabilità (nel primo trimestre 2023 la crescita media della domanda raggiunse il +30%).

Per il 19,7%, invece, le aspettative sono di un incremento dei flussi e il 20,7% circa prevede un decremento.
Gli imprenditori che hanno manifestato una preoccupazione maggiore sono quelli attivi nelle località marine e nelle aree rurali e di collina. Un po’ più di ottimismo traspare da parte delle imprese localizzate nelle città e centri d’arte. 

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Advanced Persistent Threat: le previsioni per il 2024

Furti di identità basati sull’Intelligenza artificiale, aumento degli exploit creativi per dispositivi mobile e nuove botnet: nel 2024 le innovazioni tecnologiche intensificheranno gli attacchi e la cyber criminalità a sfondo politico.
Nel Security Bulletin del Kaspersky Global Research and Analyses Team (GReAT), i ricercatori prevedono che il prossimo anno gli autori di Advanced Persistent Threat (APT) introdurranno nuovi exploit su dispositivi smart, mobile e wearable per creare botnet e perfezionare i metodi di attacco alla supply chain.

Inoltre, i nuovi strumenti basati sull’AI semplificheranno la creazione di messaggi di spear phishing, consentendo anche di impersonificare determinate persone. I truffatori potrebbero ideare metodi di elaborazione creativi, raccogliendo dati online e affidandoli ai LLM per scrivere messaggi simili a quelli di una persona vicina alla vittima.

Proteggere i dispositivi è sempre più importante

Operation Triangulation segna un punto di svolta importante per gli exploit mobile e potrebbe ispirare ulteriori indagini sulle ATP che colpiscono dispositivi smart, mobile e wearable.
Probabilmente assisteremo a un aumento degli sforzi di sorveglianza da parte dei cybercriminali, che colpiranno i device degli utenti finali sfruttando le vulnerabilità e metodi ‘silenziosi’ di consegna degli exploit, tra cui attacchi zero-click via messanger e one-click tramite SMS o app di messaggistica, così come le intercettazioni del traffico di rete.

Lo sfruttamento delle vulnerabilità nei software e nei dispositivi di uso comune è un altro aspetto a cui fare attenzione. La scoperta di gravi vulnerabilità a volte viene studiata in modo limitato e risolta in ritardo, spianando potenzialmente la strada a nuove botnet invisibili su larga scala, capaci di attacchi mirati.

State-sponsored e Hacktivism sono la nuova normalità

A fronte delle crescenti tensioni geopolitiche, il numero degli attacchi informatici promossi da uno Stato nel corso del 2024 potrebbe aumentare
Questi attacchi saranno probabilmente la causa di furti o crittografia dei dati, violazione delle infrastrutture IT, spionaggio a lungo termine e sabotaggi informatici.

Un’altra tendenza è l’hacktivism, sempre più diffuso nell’ambito dei conflitti geopolitici. Le tensioni politiche indicano un probabile aumento dell’hacktivism, sia di carattere distruttivo sia finalizzato alla diffusione di fake news, portando a indagini inutili e alla conseguente stanchezza degli analisti SOC e dei ricercatori specializzati nella sicurezza informatica.

Serve un’intelligence avanzata

“Nel 2023 l’importante aumento della disponibilità di strumenti di AI non è sfuggito all’attenzione dei cybercriminali più esperti, impegnati in campagne estese e altamente sofisticate. Tuttavia, riteniamo che le previsioni future vadano oltre le possibili applicazioni dell’AI, – dichiara Igor Kuznetsov, Director, Global Research and Analysis Team (GReAT) di Kaspersky -. Il nostro obiettivo è quello di fornire ai professionisti della sicurezza informatica un’intelligence avanzata sulle minacce che sia in grado di anticipare gli ultimi sviluppi, migliorando la loro capacità di respigere gli attacchi informatici in modo più efficace”.